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2015 - Mostra “ Inconsuete vedute” Presso sede Ordine degli architetti di Genova - Maggio/Giugno 2015 - Testo critico a cura di Dario Ferin e Ibleto Fieschi

Mostra  “ Inconsuete vedute”  Presso sede Ordine degli architetti di Genova - Maggio /Giugno 2015 - Testo critico a cura di Dario Ferin e Ibleto Fieschi

INCONSUETE VEDUTE

ROBERTA BUCCELLATI

Una folta esposizione di opere, testimonia l’ubertoso art in progress dell’ ultimo lustro di Roberta Buccellati. L’occhio vivido e versatile dell‘artista genovese fa centellinare al visitatore la contemplazione di una miscellanea di disegni ma specialmente dipinti ad olio incentivati su quattro versanti di vedute prospettiche urbane: la sopraelevata,  il suburbio, le fabbriche, il paesaggio litoraneo.

Gli scorci dedicati alla sopraelevata (vecchio stimolo figurativo della Buccellati) nei quali essa conferma il buon equilibrio compositivo tra gli elementi più propriamente architettonici e quelli naturali, richiamano alla memoria il verso di Petrarca  “poi volò fuor de la veduta mia “. Nella famosa strada a scorrimento veloce, l’artista esprime una visualità elegante. Le travi in acciaio sono dipinte con   una cromia radiosa.  Persino gli automezzi acquistano leggibilità, integrati come sono da un agile vitesse.

Anche le vedute delle periferie, ovvero dell‘hinterland confermano la singolare facoltà visiva ed introspettiva della Buccellati. Tenacemente rapportata al proprio contegno lirico di adesione umanitaristica, la Buccellati adocchia  intensamente le periferie di un certo squallore contemporaneo, dove la campagna  aveva ceduto il posto a svettanti ciminiere, i sobborghi rigurgitanti di padiglioni industriali dismessi,  lo strepito dei macchinari e la fatica di lavorare ridotti al silenzio. Una realtà spettrale, trasfigurata ed una pittura fatta di orizzonti visivi nuovi,  quelli degli spazi in abbandono di un’epoca postindustriale,  luoghi silenziosi e muti per coloro che non ne ascoltano il vissuto emotivo.

Buccellati risolve bene il problema della percezione,  della veduta realistica e della rappresentazione artistica, ossia del vissuto ottico. Tende a rappresentare  il prospetto meno appariscente delle costruzioni architettoniche, e questo suo ambizioso disegno sovente va ad effetto.  La stessa efficacia visuale di svelta destrezza si coglie in talune sorprendenti  immagini di fabbriche, dove lei ha ficcato gli occhi su architravi, piedritti e strutture oggi ridotte al silenzio, ma eloquenti dove tanta gente ha passato la maggior parte dell’esistenza.  Sono inquadrature paesistiche conturbanti perché inclinano ad uno spleen meditativo,  e del resto il diradarsi del colore ed una pungente atmosfera di melanconia pervade tutte queste opere.

Infine il paesaggio litoraneo. Qui la verve della Buccellati ha gioco di equilibrare i sinuosi declivi che dalle cabine balneari conducono alle spiagge familiari della riviera di levante.  Le architetture acquistano una grande scorrevolezza, un elegante fulgore e rifrazione di luminosità solare .

Dario Ferin

MOSTRA DIBATTITO

La mostra “Inconsuete vedute” propone immagini di Genova normalmente non rappresentate dai pittori, o almeno dai pittori che ricercano la piacevolezza delle loro opere.

La scelta di Roberta Buccellati è invece quella di spingere l’attenzione dello spettatore ad esaminare aspetti di ambienti urbani dimenticati,  degradati o trascurati,  privi della bellezza dei panorami più celebrati,  però evocativi per la sottile suggestione che suscitano.

Le fabbriche che hanno perso la loro funzione,  la solitudine delle strutture balneari chiuse nel periodo invernale e gli spazi bui sotto ai piloni della Sopraelevata hanno un aspetto decadente,  ma insieme insinuano un suggestivo sentimento di nostalgia e malinconia.

Gli argomenti delle opere offrono lo spunto per una riflessione su alcune critiche dal punto di vista architettonico ed urbanistico, riguardo alle quali si propone un dibattito, introdotto dagli interventi dei regolatori.

In particolare, il futuro della Sopraelevata è un argomento di grande attualità, sul quale le opinioni si dividono tra chi la vorrebbe demolire e chi conservare; la riqualificazione del  litorale è il tema dell’”affresco” di Renzo Piano; le vecchie fabbriche sono un patrimonio da recuperare con sensibilità ed un’affascinante occasione progettuale.

Ibleto Fieschi

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